Un altro San Valentino
[#19] Vent'anni fa, proprio il 14 febbraio, nasceva YouTube. Ma come mai i fondatori hanno scelto proprio il giorno della festa (commerciale) dell'amore?
Si chiamano Steve Chen, Chad Hurley e Jawed Karim e a metà degli anni 2000 hanno deciso di provare a risolvere un problema: far incontrare persone, nella speranza di far nascere nuove coppie e nuove relazioni. I tre lavorano a PayPal, ma nel tempo libero sviluppano un progetto che doveva far incontrare le persone. Siamo ancora in tempi in cui non si può parlare di dating app e loro pensano a un servizio basato su brevi video di presentazione da pubblicare in un apposito sito.
Il dominio YouTube.com viene quindi attivato il giorno di San Valentino del 2005 con lo slogan “Tune in, Hook up” (che si potrebbe tradurre all’incirca in “sintonizzati, fai incontri”). Nella potenziale utenza, però, non scatta la proverbiale scintilla, ma si apre presto un’altra strada per il successo. In quel periodo, i tre fondatori si accorgono infatti che online non si riesce a trovare nessun video del celebre Janetgate, avvenuto nel febbraio dell’anno precedente. Janet Jackson si era esibita nell’intervallo del Super Bowl e a un certo punto un capezzolo le era uscito dal costume di scena, provocando uno scandalo mediatico enorme. Decidono quindi di trasformare il loro YouTube in una piattaforma dove poter caricare qualsiasi tipo di video, trasformandolo in una sorte di biblioteca.
(Piccola nota prima di proseguire con la storia: ma quanto guardoni sono i maschi fondatori dei social network? I tre di YouTube che cercano il video di un seno fuoriuscito per pochi secondi durante un show televisivo, Mark Zuckerberg che fonda Facebook per dare un voto alle ragazze che frequentano l’Università di Harvard a partire dalle foto… Storie che post-MeToo sembrano appartenere a un’altra epoca, mentre invece è già la nostra… Ma torniamo ai primi passi di YouTube…).
La data chiave per Youtube è quindi il 23 aprile 2005, quando uno dei tre, l’ingegnere del software Jared Karim, carica il primo video della storia. Si intitola Me at the Zoo e mostra Karim allo zoo di San Diego, di fronte alla gabbia degli elefanti. Il ragazzo fa semplicemente notare in camera quanto siano lunghe le proboscidi dei due animali alle sue spalle.
Questi 19 secondi rappresentano una rivoluzione della comunicazione, perché da quel momento in poi chiunque sia iscritto o iscritta a YouTube può caricare un proprio video sulla piattaforma. La crescita dell’utenza è pazzesca: dopo sei mesi gli account sono già 20 milioni e nel novembre del 2006 Google compra la piattaforma per 1,65 miliardi di dollari.
A differenza degli altri social network della prima ondata, come per esempio Facebook o lo scomparso MySpace, YouTube è l’unico che fa nascere una nuova categoria di comunicatore, quella degli youtuber appunto, premessa per i e le content creator attuali. Ed è esistita una fase della storia della comunicazione digitale in cui persone qualsiasi sono diventate dei personaggi pubblici con un enorme seguito semplicemente postando i proprio video su YouTube.
In vent’anni di storia, YouTube si è trasformato molto, ma non ha mai perso le principali caratteristiche che lo hanno reso un punto di riferimento imprescindibile nella comunicazione. E i numeri gli danno ragione: oggi YouTube ha 2,7 miliardi di utenti attivi ogni mese (secondo, in questa statistica, solamente a Facebook) e ogni minuto vengono caricate 500 ore di video sulla piattaforma. A questi numeri ha contribuito anche la musica: i dieci video più visti della storia di YouTube sono tutti video musicali, quindi perfetti per essere visti e rivisti molte volte.
Dal punto di vista di chi si occupa di comunicazione, però, può essere interessante vedere come l’utenza si comporti sulla piattaforma. Mediamente le persone iscritte passano ogni giorno 19 minuti su YouTube (secondo GlobalMediaInsight), ma non lo fanno sempre dallo stesso device: oggi YouTube è un servizio che può essere fruito indifferentemente su smartphone, computer e smartTV. Ma l’aspetto più interessante è, probabilmente, che anche per i video già dal 2019 il 70% delle visualizzazioni avvengono in mobilità. E questo dato sembra in continua diminuzione: nel 2022 solo il 10,5% del traffico sulla piattaforma arrivava da computer (sempre secondo quanto riportato da GlobalMediainsight).
Sono passati vent’anni, ma quella tra YouTube e la società sembra ancora essere una storia d’amore in salute.
L’importanza della partecipazione: una prospettiva europea e transnazionale
Sappiamo quanto oggi la partecipazione attiva della popolazione sia cruciale nella comunicazione, ma anche nella costruzione di una sana dialettica tra società e istituzioni, anche scientifiche. La nostra Angela Simone, in compagnia di un gruppo di esperte ha curato un report appena pubblicato dalla Commissione Europea. Si intitola Public engagement in ERA. Mutual Learning Exercise on Public Engagement in R&I ed esplora le pratiche e i metodi di Public Engagement di successo all'interno dello Spazio europeo della ricerca, comprese le iniziative transnazionali.
All’interno del documento si trovano le coordinate per capire cosa siano le tecnologie partecipative e le loro caratteristiche, che cosa voglia dire ORRI, cioè Open and Responsable Research and Innovation, e il ruolo della democrazia partecipativa nella nostra società attuale. Vi si trovano i vantaggi e le sfide del Public Engagement, specialmente se messo in partica i un percorso transfrontaliero, offrendo soluzioni e analizzando casi rilevanti.
Public engagement in ERA si scarica gratuitamente dal sito della Commissione o cliccando sul pulsante:
Appuntamenti
Il 1° marzo Marco Boscolo sarà coinvolto in un panel al Festival dell'Educazione Scientifica organizzato dall’Università di Bologna. Anzi, per la precisione l’evento è organizzato dal corso di laurea magistrale in Didattica e comunicazione delle Scienze naturali, quindi da studenti e studentesse che si mettono in gioco in prima persona. Titolo dell’incontro è “Comunicare la scienza. Lezioni dal giornalismo scientifico” e vedrà la partecipazione anche di Fabio Turone. Appuntamento alle 18:00 in Aula Magna di Fisica, via Irnerio 46.