Il problema della complessità
[#14] Comunicare la complessità del procedere della scienza non è sempre facile e rischia di favorire l'identificazione di una teoria con un solo scienziato o scienziata, con conseguenze negative
Non è un anniversario particolarmente tondo, ma è sempre cosa buona ricordare che il 24 novembre di 165 anni fa usciva per i tipi di John Murray On the Origin of Species di Charles Darwin. Si tratta senza dubbio di uno dei libri che ha fatto più discutere negli ultimi secoli, anche per un serie di interpretazioni non sempre accurate del pensiero che vi espresse il suo autore. Su questo tema, qualche anno fa, il giornalista scientifico Marco Ferrari ha scritto un bell’articolo per il Tascabile intitolato Se Darwin diventa un bersaglio. Sottotitolo: “Identificare l’intera teoria dell’evoluzione con il naturalista inglese è un'approssimazione utile agli antievoluzionisti”. Il pezzo è del 2017, in piena era trumpiana di rigurgito antievoluzionista e antiscientifica. Un clima che, visto il risultato delle ultime elezioni presidenziali americane potrebbe tornare.
Uno degli aspetti che Ferrari sottolinea è la pluralità di intelligenze che hanno portato a delineare la teoria dell’evoluzione, sottolineando che la teoria dell'evoluzione è un sistema complesso e multiforme. L'attribuzione esclusiva della teoria a Darwin è fuorviante e può portare a malintesi sulla scienza evolutiva, ignorando le scoperte successive che hanno ampliato e approfondito la comprensione del processo evolutivo. In fondo, questo può essere in parte anche dovuto a un modello di racconto della scienza per figure fondamentali, tipi di scienziati quasi eroici che in realtà non esistono. Anche Darwin, come qualunque ricercatore e ricercatrice, viveva immerso in una rete di contatti con altre persone del proprio settore: per scambiarsi informazioni, per confrontarsi, per criticarsi. È forse uno degli aspetti della storia della scienza che viene più spesso omesso nella divulgazione, in favore di un racconto che procede per grandi figure geniali.
Per una volta il pubblico italiano non dovette attendere troppo per accedere al libro di Charles Darwin. La prima traduzione italiana è infatti già del 1864, quindi 160 anni fa tondi tondi. A pubblicarlo è Zanichelli editore, allora ancora nella sede modenese, con il titolo Sull’origine delle specie per elezione naturale. A tradurlo furono Giovanni Canestrini e Leonardo Salimbeni che fin da subito lo intesero come un testo dedicato sì agli studiosi italiani, ma anche a un pubblico più vasto che volesse leggere le nuove idee sull’origine delle specie in prima persona. Di questa edizione esiste dal 2019 anche una nuova edizione anastatica pubblicata, ancora una volta, da Zanichelli (che nel frattempo si è trasferita a Bologna).
Sfruttare responsabilmente l’intelligenza artificiale nel giornalismo è possibile?
«La preoccupazione principale non è che l'IA “rubi il lavoro ai giornalisti”. Sebbene l'IA sia ora in grado di generare testi originali, i lettori umani sono ancora in grado di distinguere tra il “churnalism” generato dall'IA - notizie di bassa qualità, riempitive, progettate per aumentare il coinvolgimento online - e il giornalismo creato dagli esseri umani».
Sull'Osservatorio di ENJOI è uscito un nuovo articolo sull’intelligenza artificiale nel giornalismo (in inglese). Questa volta, Sofia Belardinelli scrive di approcci etici e di responsabilità nell’introdurre l’IA nelle redazioni, ricordando anche dell’importanza della formazione per i giornalisti in questo ambito.
Sullo stesso tema, sempre sull’Osservatorio di ENJOI, potete trovare anche un altro post, intitolato: Unveiling AI's Newsroom Role: Efficiency Boosts and Misinformation Hazards.
Appuntamenti
From Space to Story: The Power of Satellite Journalism
Il 3 dicembre Elisabetta Tola sarà a Future Visions on Science Communication 2024, l’evento organizzato dalla SISSA di Trieste per guardare cosa succede nella frontiera della comunicazione della scienza e dintorni. Si parlerà dell’uso delle immagini satellitari per fare giornalismo ambientale, come è avvenuto nella nostra inchiesta Swampower. Tutti i dettagli qui.
Il 17 dicembre (ore 18:00) Marco Boscolo sarà a Pistoia, alla libreria Lo Spazio, all’evento di presentazione del nuovo numero di Farestoria, la rivista dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia, che sarà tutto a tema colonialismo. Ovviamente si parlerà anche di Bianca Scienza. Dettagli a stretto giro.