Estate 2024: tempo di olimpiadi e paralimpiadi
[#7] Riflessioni su doping, su vantaggio equo e iniquo, su cosa sia la "lotteria genetica" assieme alla bioeticista Silvia Camporesi.
Prima di iniziare, una segnalazione di servizio.
Questa che state per leggere è l’ultima uscita di Blu prima della pausa estiva. Ci prendiamo un po’ di riposo ad agosto e ritorniamo l’11 di settembre. Ma vi lasciamo con un’intervista alla bioeticista Silvia Camporesi e ai nostri consigli di lettura e ascolto per l’estate.
Quand’è che una sostanza diventa doping? Una risposta semplice potrebbe essere “quando avvantaggia un’atleta fornendo un potenziamento di qualche tipo alle sue performance rispetto a quelle delle altre”. O qualcosa di simile. Magari fosse così semplice! Lo racconta Silvia Camporesi nel suo libro Partire (s)vantaggiati? (Fandango, 2023). Camporesi oggi è una bioeticista, ma nel suo passato c’è stata l’atletica leggera, a partire dalla nativa Forlì. Abbandonati i sogni di diventare campionessa del mondo e intrapresi gli studi di biotecnologie, si trova a Milano quando Oscar Pistorius sceglie Parco Sempione come campo per allenarsi. E proprio dal dibattito nato attorno alle sue protesi, la famose “lame di ghepardo”, Camporesi intravvede la possibilità di unire le passioni per la scienza e l’etica con quella per l’atletica. Che si parli di doping o di ausili, come le protesi di Pistorius, la domanda è sempre la stessa: quand’è che si parla di aiuto eccessivo. Quand’è che una sostanza diventa doping e quand’è che una protesi darebbe vantaggi ingiusti? L’abbiamo contattata per farle qualche domanda.
Nel tuo libro si capisce che le tecnologie assistive e il doping hanno in comune l’essere dei “dispositivi” che favoriscono in qualche modo il superamento di un limite. Ma su cosa si fonda l’idea che ci siano “cose” che danno un vantaggio a chi pratica uno sport e che accettiamo, mentre ci sono “cose” che non accettiamo?
Nel linguaggio tecnico della giustizia sportiva si parla di vantaggio equo o vantaggio iniquo (in inglese i termini usati sono ‘fair’ e ‘unfair’). Questo vale sia per le tecnologie assistive, sia per il vantaggio biologico. Per esempio, nel libro racconto la vicenda dello sciatore finlandese degli anni Sessanta Eero Mäntyranta. Da studi scientifici condotti su lui e la sua famiglia sappiamo che era fatto da una patologia genetica per la quale a livello di ematocrito nel sangue aveva normalmente valori vicino a 60 (oltre la soglia considerata illecita, NdR). Trattandosi di una condizione genetica era considerato un caso di doping naturale e veniva considerato un vantaggio equo perché faceva parte di quella che viene indicata come “lotteria genetica”. Insomma, se quel livello per esempio di EPO nel sangue non è stato raggiunto attraverso la somministrazione di una sostanza, ma è il frutto di “come è fatto” il corpo dell’atleta, allora parliamo di un vantaggio equo. La domanda da bioeticista è se gli organismi che regolano lo sport applichino gli stessi criteri in tutte le situazioni. E la risposta breve è, semplicemente, no.
Ti riferisci al caso della mezzofondista sudafricana Caster Semenya, cioè l’atleta che è stata più volte medaglia olimpica sugli 800 metri piani ma è stata al centro di un clamoroso dibattito pubblico per l’elevato livello di testosterone nel suo sangue?
Nel suo caso la Federazione Internazionale di Atletica (prima IAAF, oggi semplicemente World Athletics) ha sostenuto che l’elevato livello di testosterone di Semenya le da un vantaggio rispetto a tutte le altre atlete che competono con lei. In realtà, come racconto nel libro, i dati scientifici e le perizie che sono state portate di fronte al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS, il più alto livello della giustizia sportiva, NdR) e che sono state usate nell’ultima sentenza del caso Semenya, nel 2019, dicono che il vantaggio di un elevato livello di testosterone non è maggiore di altri tipi di vantaggi biologici che vengono ritenuti leciti. Addirittura gli esperti lo mettono sullo stesso piano di altri vantaggi genetici come per esempio elevati livelli di α-actinina-3. Cioè, la World Athletics vede in modo diverso il vantaggio derivato dal testosterone dal vantaggio derivante da altri tipi di geni. Vedendola in un altro modo, la federazione vede le donne che presentano iperandrogenismo, come Semenya, come una minaccia alla categoria femminile e quindi un livello medio di testosterone più alto della medie delle altre atlete donne viene visto come illecito, nonostante non sia procurato in maniera artificiosa.
In un caso come quello di Semenia, è poi eticamente accettabile richiedere un adeguamento del livello di testosterone con un medicinale? È quello che a un certo punto veniva richiesto alle atlete in queste situazioni…
Si tratta di iniezioni di sostanze antagoniste del testosterone che vengono usati normalmente in casi di terapia oncologica. Nel caso delle atlete con iperandrogenismo il farmaco viene somministrato non al fine di salvaguardare la salute della persona, come succede quando viene impiegato per combattere una malattia. Il beneficio, in questo, non c’è, perché non ci troviamo di fronte a una persona malata, a una paziente.
Insomma, c’è un problema rispetto anche al giuramento di Ippocrate. Il caso di Pistorius e di altri atleti che fanno uso di ausili per gareggiare, invece, che cosa mettono in evidenza?
Uno dei punti fondamentali che si evince rileggendo le carte dei diversi ricorsi in cui Pistorius chiedeva di essere ammesso alle gare degli atleti che non fanno ricorso agli ausili è che viene richiesto all’atleta di fornire prove che gli ausili, nel suo caso le protesi, non gli diano un vantaggio iniquo. Però non è possibile effettuare dei test con e senza protesi. Le conoscenze che abbiamo, basate sugli studi che sono stati effettuati finora, mostrano che l'atleta ha vantaggi e svantaggi nell’uso delle protesi che, alla fine, vanno a compensare la performance dell'atleta con protesi e quella dell'atleta senza. Ma non riescono a darci una conclusione ben definita, perché il metro di riferimento è sempre il corpo normodotato e l’atleta amputato, per esempio, non riesce a dimostrare di non aver un vantaggio.
Il quadro del mondo dell’atletica che esce dalla lettura del libro di Camporesi è, in generale, quello di un ambiente conservatore, dove la divisione tra le due categorie, maschile e femminile, è netta; così come è netta la divisione tra atlete e paratlete, in una cornice di riferimento che è stata stabilita praticamente un secolo fa. Se vi incuriosisce saperne di più, oltre che leggere Partire (s)vantaggiati vi consigliamo anche un TEDx che Silvia Camporesi ha tenuto a Forlì. Il titolo? Perché dovremmo eliminare la distinzione tra Paralimpiadi e Olimpiadi.
Consigli di lettura e ascolto
Cominciamo segnalando due fatiche realizzate da alcune di noi.
La prima è She, Green - Donne impegnate a difendere il diritto a vivere in un ambiente sano e in salute. È un podcast in sei episodi scritto da Elisabetta Tola e prodotta da Chora Media e ilBoLive. Racconta le storie di donne italiane che in epoche e modi diversi hanno difeso il diritto delle comunità a vivere in un ambiente sano e in salute. Lo trovate su tutte le piattaforme, oltre che su Chora e ilBoLive.
La seconda è un piccolo libro (poco più di 60 pagine!) scritto da Marco Boscolo. Si intitola La Bianca Scienza. Spunti per affrontare l’eredità coloniale della scienza (Eris, 2024) e prova a gettare sulla storia della scienza uno sguardo un po’ diverso, facendo emergere l’eredità del periodo coloniale e imperiale nell’impresa scientifica di oggi.
E ora: spazio alle segnalazioni delle formiche:
Charles Dickens, Nicholas Nickleby (romanzo Mattioli1885, 2024)
Ho guardato il mio comodino e non ho avuto dubbi: Nicholas Nickleby ovvero una serie di avventure in perfetto stile dickensiano con tantissimi personaggi e trovate. Un romanzo che ha quasi 190 anni, portati davvero bene, di cui apprezzo sopra ogni altra cosa l’umorismo e la capacità di rendere vivi i tratti dell’animo umano. In una nuovissima edizione, ma – plus dei classici - anche in biblioteca. (Consiglio di Lisa Lazzarato)
Huda, nessuna e centomila (podcast Chora Media, 2024)
Huda è una ragazza brianzola di origine marocchina oggi ventenne. Attraverso un racconto intrecciato alle voci di suoi coetanei, condivide riflessioni ed esperienze su cosa significa, oggi, essere italiani di seconda generazione. Dal sentire di appartenere a nessun luogo, al “colorismo” fino alle questioni di genere e l’uso dei social. Sei episodi autoconsistenti che tracciano un diario fresco e profondo della generazione Z. (Consiglio di Francesca Conti)
Abissi (podcast Rai Play Sound, 2023)
Realizzato da Francesca Buoninconti e Donato Giovannelli - Abissi è un podcast 'scientifico-ambientale'. Donato Giovannelli è un microbiologo dell'Università di Napoli che si è immerso più volte con il sommergibile Alvin sulla dorsale oceanica. L'ultima immersione risale al Natale di due anni fa, e Francesca Buoninconti l'ha convinto a portarsi un microfono. Il podcast dunque è un vero e proprio reportage di un viaggio per tutti noi impossibile, sui fondali dell'Oceano Pacifico, all'interno di un ambiente incredibilmente biodiverso e ancora poco descritto e conosciuto. Si ascolta proprio come un'avventura, e ha una spettacolare cura del suono. È stato premiato la scorsa settimana agli Italian Podcast Awards 2024 ed è arrivato tra i finalisti ai New York Festival Radio Awards. Davvero unico.
Francesco Zani, Parlami (romanzo Fazi, 2023)
Mi è capitato tante volte di portare al mare saggi troppo impegnativi
per diventare apprezzabili letture da spiaggia, che infatti spesso non
finivo. Qualche anno fa ho deciso di dedicare più tempo ai romanzi e
ho capito che il periodo caldo è il migliore per tuffarsi nella
narrativa. Leggete Parlami (Fazi, 2023), splendido esordio dello
scrittore cesenate Francesco Zani che ambienta una storia ricca di
affetto fraterno nella cornice della riviera romagnola anni '90, tra
il piacere dei divertimenti estivi e il sudore del duro lavoro. (Consiglio di Andrea Pracucci)
I fantasmi della bassa (podcast)
La “bassa” è la bassa ferrarese, un territorio che è figlio della bonifica realizzata tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo. Con la bonifica è nata una figura nuova, quella del bracciante, che tanta parte ha avuto nelle lotte legate al lavoro nella prima parte del Novecento, non ultimo lo scontro tra i gruppi fascisti guidati da uno spietato Italo Balbo e le organizzazioni di lavoratori. Sono le terre in cui si sviluppa anche il lavoro politico di Giacomo Matteotti e nasce il fascismo agrario sfruttato da Benito Mussolini per prendere Roma. Il lavoro del collettivo Cumbre Altre Frequenze è intenso e documentatissimo e regala uno spaccato storico, culturale e sociale di grandissima presa. (Consiglio di Marco Boscolo)
Appuntamenti e segnalazioni
Anche noi andiamo in vacanza, ma il programma degli eventi da settembre in poi si sta riempiendo velocemente:
6 - 8 settembre: Folle di Scienza a Strambino (TO).
27-29 settembre: 13^ edizione di Trieste Next (ovviamente a Trieste).
11-13 ottobre: CICAP Fest 2024 a Padova. Il programma non è ancora stato definito e pubblicato, ma ci sarà una presentazione di La bianca scienza di Marco Boscolo.
La Arena Climate Conference si terrà a Bologna tra il 18 e il 19 ottobre di quest’anno. Si tratta della seconda edizione dell’evento organizzato da Arena for Journalists in Europe, un’organizzazione che promuove la collaborazione internazionale tra giornalisti. In questo caso, la conferenza è completamente dedicata al giornalismo che si occupa di clima e ambiente.